Sciare alle Svalbard è stato un sogno, realizzato tra fine maggio e inizio giugno 2022; la natura è incontaminata e si incontrano animali selvaggi: orsi bianchi, foche, trichechi, balene…Eccovi il resoconto della nostra avventura e qualche immagine!

A presto, Rouge.

Day 0: Imbarco a Longyearbyen, vari meeting e navigazione notturna verso il nord

Day 1: La mattina siamo nel Lilliehookfjorden, di fronte al grande fronte glaciale del Lilliehookbreen. Completiamo i meeting di preparazione e ci prepariamo per sbarcare a Tonsneset, lato nord di Blomstrandhamna. La nostra prima gita è l’OlssonFjellet, 921m. Ci reimbarchiamo (l’Hondius, nel frattempo, è andato a Ny Alesund per visitare la città). Nella sera navighiamo verso MagdaleneFjord.

Day 2: Saliamo l’Adambreen e raggiungiamo una cima di quota 586m, che non ha un suo nome, ma che potremmo individuare come Evatindane South. Nel pomeriggio ci spostiamo nel FugleFjorden, dove la sera, molto lontano, avvistiamo un orso polare infondo al fiordo.

Day3: Il programma originale sarebbe stato quello di salire lo Jarlbreen, ma la presenza dell’orso polare ci costringe a cambiare target. Mentre la mattina si svolge un Zodiac Cruise, lo scouting presso FuglepyntBreen evidenzia una grossa difficoltà per lo sbarco. Il mare è mosso e non c’è alternativa alla cancellazione dell’attività sciistica. Nel pomeriggio ci spostiamo in HolmiaBukta e programmiamo una escursione presso SallyHamna, però, non appena le guide sbarcano, viene segnalata la presenza di un altro orso polare, e bisogna cancellare di nuovo l’attività. Perciò nella sera l’Hondius naviga in mare aperto, direzione degli 80° Nord, con l’obiettivo di avventurarsi nella ghiacciata calotta polare.

Day4: Alle 4.30 di mattina siamo al bordo del sea ice polare. Attendiamo le 9.00 circa per affrontare la navigazione nel ghiaccio, indubbiamente affascinante. Questo è l’ambiente in cui prevalentemente vivono gli orsi polari, ma oggi non si vedono, e dopo un paio d’ore di navigazione con la rompighiaccio nella calotta artica spessa anche 1 metro e 20 cm, il capitano decide di rientrare. Ci dirigiamo verso lo Smeerenburgfjorden dove abbiamo in programma attività varie per i passeggeri. Invece, presso SkeiBukta, avvistiamo un ulteriore orso polare. Nuovo cambio programma, per tutti Zodiac Cruise per ammirare il magnifico predatore. Però gli orsi polari sono quatto, una madre con due cuccioli e un maschio adulto. Nessuno ha visto cosa succeda, ma all’arrivo degli Zodiac, mamma orsa sta trascinando a riva uno dei cuccioli e lo depone a fianco del fratellino, entrambi morti. È noto che il maschio sopprima i cuccioli e immaginiamo che, forse cercando di scappare, essi siano caduti nell’acqua per loro troppo fredda, e che non abbiano lo shock. È una tragedia e uno spettacolo della natura allo stesso tempo. Poi il nostro programma prosegue e nella sera saliamo verso una vetta di 600m sulla dorsale chiamata Vestplana. Sciamo il BrattekleivBreen verso le 22.30pm, con il sole alto sull’orizzonte.

Day 5: Siamo ancorati di fronte all’isola Amsterdamoya e saliamo il ghiacciaio Hiertabreen fino alla larga e piatta vetta dell’Hollendarberget. È l’ultima isola a nord delle Svalbard, uno dei punti più settentrionali del mondo dove si può sciare. Lontano si intravede la linea del sea ice polare. Sciamo anche l’Annabreen per poi risalire alla vetta e ridiscendere a riva. Ci attende un imbarco sugli Zodiac rocambolesco e difficile, tutti un po’ bagnati rientriamo sull’Hondius

Day 6: è tempo di rientrare verso Longyearbyen e perciò l’ultima giornata la trascorriamo presso St. JonsFjorden. Siamo molto più a sud, e si sente! La neve è proprio molle, la sciata non è certamente la più bella del viaggio, ma la vista dalla vetta dell’HolmesletFjellaEast è incomparabile! La sera siamo in Isfjorden di fronte a Longyearbyen.

Day 7: Non rimane altro che sbarcare dall’Hondius e rientrare in Italia.

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