Pian della Mussa, New lines!

Dopo una forte indecisione se dirigerci verso le Dolomiti o restare tra i muri nostrani ha prevalso la pigrizia del guidatore e così sabato mattina mi son trovato sotto una nevicata in esaurimento con gli amici Olivier e Jolly per raggiungere il Pian della Mussa dove, il mercoledì precedente, avevo adocchiato un paio di nuove linee da andare a provare.

Salendo la valle la nevicata si fa più consistente ma per fortuna è un bluff ed a Balme non ci sono più che un paio di centimetri.

Raggiunto il piano, illustro ai miei compagni le possibilità ed optiamo per la linea a sx della Meringa.  Attacco su un tiro di ghiaccio superfine, chiodabile solo su alcune bolle dove lo spessore raggiunge quasi i dieci centimetri. Sono motivato e raggiungo la cengia per la sosta abbastanza velocemente.  A questo punto mi raggiungono i soci ,  cambio di leader di cordata ed Olivier comincia ad ingaggiarsi sulla roccia per raggiungere il festone pensile.  Ne esce un bel tiro, logico e lunghissimo che porta fino alla sosta di fianco al fungo della Meringa.  A questo punto ci diamo per soddisfatti, anche vista la maledetta nebbia che ci avvolge e rientriamo a terra con due doppie.  Son solo le tre e visto che abbiamo programmato di stare al Ciriè decido che possiamo sfruttare la giornata fino al fondo così attacco il primo tiro della Naressa per raggiungere l’ancoraggio da cui provare la nuova linea. Jolly ci saluta e comincia la sua discesa a valle mentre velocemente Olivier mi raggiunge. Parto per il tiro con l’idea di vedere fino a dove sarei riuscito ad arrivare senza spit.  Decido di provare a fidarmi di una vite corta su una bolla appoggiata ad un terrazzetto e mi lancio nella traversata in massima esposizione ad agganciare le frange pensili, brivido!  Poi, una strizzata di denti e di piccozze per uscire fin sulla sommità della stalattite e recuperare il mio compagno.  Son le 17, buttiamo dentro una sosta e con un bel doppione torniamo a terra.  Raggiungiamo il Ciriè all’imbrunire, accolti in un clima piacevole e casereccio con il sorriso per una giornata di bella scalata.

SENZA STORIA  M6 WI4 R

Attaccare 50m a sx della Meringa per una rampa ghiacciata che conduce ad un diedro anch’esso ghiacciato, non visibile nell’avvicinamento, che permette di raggiungere S1 costituita da un unico punto sulla cengia rocciosa.  50m

L2 attacca verso sinistra.  Dopo una prima parte piu fisica si raggiunge una zona di ghiaccio sottilissimo ove è imperativo esser delicati, si salta poi su ghiaccio e si prosegue su un bel rampone di 4/4+ per raggiungere la sosta a fix di fianco al fungo della Meringa.   60m

L3 è in comune con la Meringa, giusto per svettare in coppa.

Materiale: noi abbiamo utilizzato 4 viti corte sul primo tiro lungo una cinquantina di metri, probabilmente qualche friend piccolo è piazzabile sulla roccia e rilassa un po’ la  mente.  Il tiro non è difficile ma è  meglio non cadere.

Attenzione alla frangia della Meringa diretta, in caso di crollo passa proprio su questa linea.

Il nome deriva da una discussione tra noi tre avvenuta la mattina durante l’avvicinamento e visto che la penultima nata porta il nome di “sulle ali della storia”, il nome ci è piaciuto.

N’ARINGA  WI6

Come si poteva chiamare una linea tra la Naressa e la Meringa che non avesse il nome di un dolce, visto che era già stato fatto?

L1 in comune con la Naressa.  Sosta a spit sulla sx della colonna guardandola. 30m

L2 attacca sulla Naressa e devia a sinistra al primo ghiaccio per spostarsi sulle frange pensili.  1 vite corta nell’assortimento.  30m

Calata sommitale con moschettone.  Con 60m si arriva comodamente a terra.

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