La solita musichetta si attiva, non capisco bene cosa stia succedendo ma dopo qualche secondo realizzo che è la sveglia per correre a prender la prima funivia per Plateau, fatica!
Arrivati a Cervinia i ritmi son quelli degli sciatori e non degli alpinisti per cui: apertura ore 8.15, si traduce in: salire in cabina per le 8.50. Cominciamo bene!
Appena si aprono le porte scatta uno start tipo Mezzalama ed a testa bassa comincio a pellare direzione Porta Nera ma dopo poco mi accorgo che i soci non sono in piena forma e non riusciamo a recuperare il ritardo che ci hanno inflitto. Al col del Breithorn decidiamo che non è giorno da Roccia Nera e pensando al piano B mi vengono in mente quelle linee aperte da Cazzanelli & C. sui contrafforti del Piccolo Cervino.
Raggiunte le piste provo una veloce ricerca sul web ma tra il freddo, la fretta e tutto, fatico a trovare documentazione. Mike decide, in preda ai brividi da febbre, di rientrare a valle e così mi avventuro con Lucio alla base delle rocce con l’idea di cercare la linea, saranno ben i percorsi più evidenti, no?
Arrivati alla base individuiamo un paio di linee ma optiamo per quella di sinistra che sembra un po’ più lunga. Ne esce un’arrampicata divertente interamente da proteggere con passi di misto su ogni lunghezza. Direi nell’ordine di grandezza dell’M5 per un totale di 6 tiri. Ci fosse qualche spit la linea avrebbe il suo appeal! Chissà se è mai stata percorsa. La linea è individuabile sulla fotografia allegata, dall’imbocco è impossibile sbagliare, dopo il passo obbligato del masso incastrato noi scegliamo il diedro di destra, in alto si passa in una stretta gola che da accesso ad una terrazza terminale da cui è possibile fuggire sulla destra ma scegliamo di affrontare ancora un muretto di roccia per uscire sul piano sommitale. Due serie di C4 dallo 0,4 al 2, considerando di dover allestire tutti gli ancoraggi, sono sufficienti.
Una volta in cima procediamo legati per contornare il contrafforte e rientrare alla base, i ponti di neve inconsistente cedono sotto i piedi un paio di volte a ciascuno e finiamo a sgambettare come nuotatori in uscita da una piscina per poter riemergere dal crepaccio.
Alle 14 rientriamo a Plateau ma le nuvole si sono addossate alla montagna e la visibilità verso il fondo valle è nulla così temporeggiamo davanti ad una cioccolata calda guardando le web cam della stazione intermedia e le previsioni del vento. Dopo un’oretta l’aria pare più calma e la visibilità accettabile così prepariamo le vele, impacchettiamo il materiale da scalata e ci prepariamo al decollo. Dove atterrare, lo vedremo…
Parto prima io e Lucio subito a ruota, siamo belli appesantiti dal materiale ed il carico alare è più alto del solito, le vele sono super reattive e sicuramente hanno meno efficienza. Il volo è rilassante perchè il vento si è calmato ma l’emozione è forte, decidiamo ognuno la sua linea di discesa ed ovviamente facciamo percorsi differenti, in vista del paese io decido di atterrare sul pianoro finale del Ventina optando all’ultimo per una direzione fronte al pendio mentre Lucio sceglie di scendere fino in paese a cercare un po’ di neve nel golf.
Alle 15.30 siamo alla macchina con l’adrenalina a mille e la testa già proiettata alla prossima avventura.
Ric 12 Nov. 2021